San Siro – Milano non giochi in difesa
Ieri prima commissione comunale sui progetti delle squadre Milan-Inter.
Sono intervenuta per il gruppo Milano Progressista: finalmente la discussione approda nei luoghi deputati, visto che il Consiglio Comunale dovrà esprimersi sulla manifestazione di interesse pubblico della proposta.
Per farlo è necessario che le squadre forniscano risposte ai tanti punti da chiarire, come richiesto a più voci anche nella maggioranza.
Sul metodo, da mesi abbiamo detto che il derby stadio vecchio o nuovo non era il punto dirimente (seppur non è affatto banale l’impatto di una ricostruzione, al di là del valore sentimentale).
Ci interessa il destino dello stadio, ma ancor più quello di tutta l’area San Siro che è di proprietà del Comune.
E dunque, non bastano gli elementi a disposizione.
Un occasione persa per le squadre non aver ritenuto necessario mettere a disposizione anche degli altri due progetti.
Un’occasione persa per le squadre di confrontarsi, in tutti questi mesi, nella discussione sulla città portata avanti dentro e fuori il palazzo sul PGT.
Non ve n’è traccia nella proposta.
Perché il rapporto tra il pubblico e il privato non può sfuggire alle regole del gioco che per noi sono ancora quelle del PGT.
In questo quadro, sfugge nella proposta la vocazione sportiva di tutta un’area (che potrebbe andare oltre lo stadio in sè, puntando ad una cittadella dello sport, che includa anche valore “sociale”), sostituita da imponenti funzioni commerciali e direzionali/uffici. E’ questa l’innovazione nell’uso degli spazi?
Quali altre infrastrutture sportive sono utili alla città e collocabili sull’area? Non possiamo eludere la domanda sulla grande funzione urbana, perché proprio le aree limitrofe del Trotto saranno esse stesse oggetto di progetti edilizi e commerciali.
E infine, prima di cambiare un intero quartiere, non è indifferente conoscere meglio la sostenibilità economica per le squadre e se questa avrà ripercussioni pesanti sull’accessibilità (tariffe) …prima che lo stadio di tutti diventi una cattedrale per pochi.
Non è mai troppo tardi a Milano per giocare d’attacco!